CHI SIAMO

Il centro

Il Centro Frantz Fanon, che rappresenta l’articolazione clinica dell’Associazione, è un servizio di counselling, psicoterapia e supporto psicosociale per le persone con background migratorio, rifugiate, vittime di tratta e tortura. La sua attivazione è stata possibile grazie agli accordi stipulati nella metà degli anni Novanta dall’Associazione Frantz Fanon con i Dipartimenti di Salute Mentale del Servizio Sanitario Nazionale. Negli ormai quasi 30 anni di attività, sono stateprese in carico alcune migliaia di utentɜ con background migratorio(singoli, nuclei familiari, coppie) da parte dell’équipe del Centro, che è composta attualmente circa 15 operatorɜ e si sono avuti contatti con centinaia di operatorɜ socio-sanitarɜ. Dal 2013 il Centro ha cessato la propria collaborazione con l’ASL TO 1 e prosegue le proprie attività cliniche e di formazione presso una nuova sede autonoma nel centro di Torino.

Modalità

Le modalità di lavoro presso il Centro prevedono sia situazioni in cui i/le pazienti vengono inviati da parte di altri servizi sociali o sanitari, sia casi di “auto-invio”. Le loro condizioni di incertezza e di disagio, quando non di confusione, impongono che vengano accolti con attenzione e sensibilità, soprattutto quando abbiano subito esperienze violente, ciò che costituisce per molte e i persone che hanno affrontato la migrazione la regola (pazienti che hanno subito tortura, richiedenti asilo, donne straniere coinvolte nel circuito della tratta e dello sfruttamento sessuale, minori non accompagnati, ecc.).

Un’attenzione preliminare è pertanto da porre alla strutturazione di spazi di accoglienza che siano informali, accoglienti, il più possibile attenti a non riprodurre contesti istituzionalizzati dove la routine delle lunghe attese, a volte la freddezza del personale, la necessità di adeguarsi a regole rigide o a setting prestabiliti rischiano di generare situazioni ansiogene o addirittura riprodurre contesti stressanti (le lunghe code d’attesa per la presentazione o il ritiro di documenti costituiscono ad esempio, nel racconto di molte persone richiedenti asilo, una delle esperienze più angoscianti nel paese d’arrivo), al fine di garantire una continuativa ed efficace presa in carico del paziente.

L’accoglienza e il trattamento psicoterapeutico vengono realizzati da personale medico-psichiatrico e psicologico che complessivamente conosce, oltre all’italiano, le maggiori lingue veicolari (inglese, francese, spagnolo), alla presenza di mediatorɜdi madre lingua. I/le mediatorɜ linguistico-culturali individuati hanno costruito una specifica competenza nell’area dell’assistenza psicologica e psichiatrica, sviluppato tecniche di comunicazione sensibili alle specificità di questa utenza, appreso a raccogliere con discrezione dati e informazioni. Essi, infine, hanno costruito nel corso degli anni insieme al personale clinico una peculiare modalità di interrogare appartenenze culturali e religiose, a partire dall’incessante dialogo con l’antropologia ed i suoi campi di ricerca etnografici.

Psicopatologia e cultura – in questa prospettiva – non sono due sfere che concorrono alla comprensione della sofferenza escludendosi reciprocamente: esse possono al contrario essere assunte e lavorate nella loro reciproca implicazione, così da fornire a chi esercita il ruolo terapeutico, da un lato, elementi fondamentali per leggere le forme della sofferenza e quanto esse siano influenzate dalle appartenenze culturali, sociali e religiose; e fornendo, dell’altro lato, la consapevolezza della dinamicità di tali appartenenze, per cui i soggetti non solo hanno una cultura che in qualche modo determina comportamenti, azioni e reazioni, ma (i soggetti) sono anche coloro che producono pratiche culturali tramite le quali si posizionano dentro ai contesti in cui si trovano a vivere ed eventualmente a soffrire, negoziano incessantemente forme possibili di riconoscimento sociale.

ASSOCIAZIONE FRANTZ FANON

L’associazione